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Orzaiolo

Cos’è l’orzaiolo?

L’orzaiolo è un’infiammazione delle palpebre che interessa le ghiandole sebacee presenti alla base delle ciglia (ghiandole di Zeiss). Si presenta come una sorta di foruncolo solido di colorito bianco-giallastro che compare alla radice delle ciglia e può manifestarsi sia sulla palpebra superiore che su quella inferiore.

Solitamente, i sintomi tipici dell’orzaiolo sono fastidio, gonfiore, arrossamento delle palpebre, senso di pesantezza e talvolta prurito. La lacrimazione può essere più intensa della norma e si può anche avvertire una sensazione di corpo estraneo nell’occhio.

Le cause dell’orzaiolo sono generalmente batteriche (infezione da stafilococco), ma vanno tenuti in considerazione anche altri possibili fattori, come scarsa igiene, disordini alimentari o stress.

Inoltre, l’orzaiolo può comparire più frequentemente in chi è affetto da blefarite.

Per prevenire la comparsa dell’orzaiolo, è buona norma effettuare una costante detersione del bordo palpebrale e seguire una buona igiene (anche delle mani). Anche una sana alimentazione (ricca di frutta, verdura, pesce, ecc.) può contribuire alla sua prevenzione.

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Immagine patologia

Diagnosi

Se si sospetta la presenza di un orzaiolo, si consiglia di rivolgersi per una diagnosi al medico di base o a un medico specialista, l’oculista, che potrà indicare la soluzione migliore da intraprendere per ogni situazione specifica.

Cura

L’orzaiolo solitamente tende a risolversi spontaneamente nel giro di pochi giorni, senza provocare alcun danno a livello visivo. Generalmente la rottura spontanea dell’orzaiolo, con conseguente fuoriuscita del pus, allevia i sintomi e ne stimola il riassorbimento. In ogni caso, è importante non “spremere” mai l’orzaiolo come se fosse un brufolo, perché si rischia di estendere l’infezione e irritare ulteriormente le palpebre.

Per favorire la rottura spontanea dell’orzaiolo si possono effettuare un paio di volte al giorno degli impacchi caldo-umidi con un batuffolo di ovatta imbevuto di acqua tiepida o camomilla (che ha un effetto lenitivo) oppure con apposite salviette riscaldabili presenti in commercio. Gli impacchi non dovranno essere eccessivamente caldi, altrimenti si rischia di irritare ulteriormente le palpebre.

In alcuni casi il medico oculista potrebbe anche prescrivere una pomata antibiotica.